sabato 18 febbraio 2017

P. A. Quarantotti Gambini - Le trincee

Edizione Einaudi, collana Narratori Contemporanei vol. VI, Giugno 1942, pag. 79.
Brossura editoriale, segni del tempo, leggero ingiallimento naturale della costola, macchie sulla quarta di copertina, condizioni più che buone.
Senza sovracopertina.
Leggerissima fioritura sulle prime due pagine bianche e sull'ultima, modesto ingiallimento naturale delle pagine, libro in ottime condizioni.
Dimensioni 13x19,7 cm.   23,00 €
Ne Le Trincee La vista, poi ricordata come in sogno, di un soldato che nuota in un canale e si mostra nudo, e di una donna con una ragazza sull'argine, accendono i primi turbamenti adolescenziali di Paolo, accucciato tra il fango ed i cespugli di erba di una salina abbandonata.
Paolo che ogni estate viene mandato dai genitori a trascorrere le vacanze dai nonni, ritrova come sempre Norma, una ragazzina più giovane di lui, con la quale assapora uno stretto legame con la natura. Un giorno, scagliandosi pezzi di terra addosso nelle trincee che due ragazzi avevano scavato, Paolo è colto da un grande spavento; vede Norma svenuta a terra, colpita alla tempia da un suo lancio che conteneva una pietra. Ma paura ed angoscia si dissolvono presto alla vista della bambina sana e salva, in compagnia dello zio Marco.
Il tempo trascorre. Dopo la morte dello zio Marco, i nonni devono prendersi cura di Norma, che, con sorpresa di Paolo, è nel frattempo notevolmente cresciuta. Alla fine dell'estate, alla notizia che l'indomani Norma sarebbe partita per il collegio, Paolo è investito da un'improvvisa nostalgia per tutte le estati trascorse con lei, e dal rimpianto per non esserle stato vicino negli ultimi tempi. È così, aspettando una lettera che mai arriverà, nonostante la promessa fattagli da Norma, Paolo ascolta le parole del nonno, riferite al cane Eros: «È morto di crepacuore perché Norma è andata via». La mattina in cui la giovane era partita «tutta in nero, con una specie di mantelletta, anch'essa nera, sulle spalle» si era chiuso per sempre anche per Paolo il periodo dell'adolescenza ed incominciava una giovinezza senza più giochi ed illusioni, ma carica di nuove responsabilità.
I giochi di Norma, nel consueto stile allusivo dell'autore, non sono solamente quelli ingenuamente infantili dei racconti in questione, ma sottendono un legame più ambiguo, che sfugge al personaggio adolescente. Oltre a un richiamo amoroso, vi è tra i due un legame di sangue poiché Norma è la figlia illegittima dello zio Marco, e Paolo, che tanto la ama, ne soffre di gelosia.
Lo scrittore è conosciuto anche come giornalista fecondo, fin da quando, giovane studente universitario, inizia a scrivere per La Stampa nei primi anni trenta.
La prima esperienza letteraria di Quarantotti Gambini, la raccolta I nostri simili del 1932.
Il primo romanzo dello scrittore,  La rosa rossa, rivela, a distanza di soli due anni, una maturazione stilistica di ampie proporzioni. Nel 1947 viene dato alle stampe L'onda dell'incrociatore, forse la sua più alta creazione con la quale vince il Premio Bagutta (1948).
Pier Antonio Quarantotti Gambini chiuderà la propria traiettoria umana e letteraria con una raccolta di poesie uscita postuma: Racconto d'amore (1965), dedicata all'amico Umberto Saba. Di lui ci sono restati anche tre celebri saggi: Primavera a Trieste (1951) Sotto il cielo di Russia (1963) e Luce di Trieste (1964).

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